VOCI DEL CINEMA TRA LE SPONDE DI LISCA BIANCA di Aurora Adorno numero 26 ottobre novembre 2022 ed.maurizio conte
VOCI DEL CINEMA
TRA LE SPONDE
DI LISCA BIANCA
Stelle al Sud
Appare in lontananza Lisca Bianca, a pochi chilometri a est di Panarea, come una donna adagiata sul mare che, beandosi dei raggi del sole e benedetta dalle acque galleggia in solitudine; distaccata da Dattilo e Bottare, è ciò che resta di antiche bocche vulcaniche prima unite in un unico scoglio.
Sull’isolotto cresce un tappeto grigio – verde di erbe che si estende come un vestito sul corpo di questa bella Riserva naturale; è l’Anthemis aeolica, anche detta Camomilla delle Eolie, un’erba che cresce solamente sull’isola.
Vicino a Lisca Bianca nelle profondità del mare, giace sul fondo il relitto di un cargo inglese affondato nel 1885 di cui la poppa e la prua ancora intatti sono sommersi dalle acque silenziose del Mediterraneo.
Non è possibile sbarcare sull’isola, se non per scopi scientifici o di ricerca,
ma soltanto ammirarla da lontano, oppure girarci intorno con una barca.
Un’altra opzione è quella di perlustrare Lisca attraverso lo sguardo inquieto
della macchina da presa di Antonioni: nel celebre cortometraggio del 1983
dal titolo “Ritorno a Lisca Bianca” l’isolotto appare
in tutta la sua selvaggia bellezza.
Nelle urla furiose delle onde che si infrangono contro gli scogli a strapiombo sul mare è nascosto un segreto, forse terribile: «Anna, Anna». Rimbalzano tra le rocce le urla di Monica Vitti nella parte di Claudia e di Gabriele Ferzetti nella parte di Sandro il fidanzato di Anna (Lea Massari), una ragazza fragile che sparisce nel niente durante una gita alle Eolie.
Il documentario fa capo al film “L’avventura”, diretto nel 1960 dallo stesso Antonioni
e prima parte della trilogia “esistenziale” o “dell’incomunicabilità”
di cui fanno parte anche il film “La notte” e “Eclisse”.
Ma Anna non si trova, è sparita, e dopo il panico tra Sandro e Claudia scoppia la passione.
«Pochi giorni fa all’idea che Anna fosse morta, mi sentivo morire anch’io. Adesso non piango nemmeno. Ho paura che sia viva. Tutto sta diventando maledettamente facile, persino privarsi di un dolore» confida Claudia ormai infatuata di Sandro, e nei suoi occhi chiari c’è tutto lo struggimento della Vitti, una donna vulnerabile alle prese con una passione proibita, forte, tanto da toglierle il fiato. Tra Noto e Taormina continua la storia d’amore:
Sandro: «Claudia, ci sposiamo?»
Claudia: «Come ci sposiamo?»
Sandro: «Ci sposiamo io e te. Rispondi!»
Claudia: «Rispondi. Cosa ti rispondo: no, non ancora, non lo so, non ci penso nemmeno. In un momento come questo, ma perché me lo domandi?»
Sandro: «Mi guardi come se avessi detto una cosa pazzesca».
Claudia: «Ma sei sicuro di volermi sposare? Proprio sicuro? Di voler sposare me?»
Sandro: «Se te lo chiedo?»
Claudia: «Già, ma perché tutto non è semplice. Dici che voglio vedere tutto chiaro. Io vorrei essere lucida, vorrei avere le idee veramente chiare, e invece».
Prosegue il dialogo tra gli amanti, e va a confondersi col vento che,
come scrisse il drammaturgo francese, in queste isole suona.
Come capita in certi amori, Sandro si concede una storia con un’affascinante scrittrice. Claudia lo perdona, è pronta a tutto, anche ad accettare una relazione tormentata, passionale, come quella che aveva portato Anna a sparire nel niente tra gli scogli di Lisca.
Il mistero chiude il film come una nuvola che, tra il vulcano e la terra ferma, oscura il cielo senza mai sparire veramente.
Le Eolie, quel favoloso arcipelago che Stromboli illumina come un faro,
scriveva Dumas
che, proprio come molti scrittori fecero a cavallo tra l’800 e il 900, ricordò le isole in un lungo diario di viaggio, tingendo le pagine con i colori pastello del nostro Mediterraneo.
Stelle al Sud
Con la serie “Stelle al Sud” Myrrha va alla ricerca di alcuni tra i tanti personaggi celebri la cui arte si è in qualche modo intrecciata con la natura incontaminata di un Sud selvaggio e incantatore, divenuto per essi fonte di ispirazione, talvolta dimora d’elezione.