UNA VIA ORIGINALE ALLO SVILUPPO DEL SUD
Il binomio lavoro-emigrazione è oggetto di continuo esame da parte di autorità ed esperti. Un dato di fatto ormai certo, comunque, è che la disoccupazione dell’Italia meridionale è quasi tripla rispetto a quella del Centro-Nord. Quali soluzioni allora configurare a questo proposito?
Un punto fermo ormai raggiunto e comunemente condiviso dai più
è che la rinascita del Mezzogiorno è affidata alla gente del Sud.
I meridionali hanno finalmente capito di dover essere artefici della propria crescita civile: soggetto e non oggetto di sviluppo. Il Sud dice un no secco all’assistenzialismo statale, che ha prodotto guasti non inferiori a quelli causati dalla criminalità organizzata, che ha espropriato i giovani della cultura della imprenditorialità, che ha generato clientelismi e corruzione.
Già don Sturzo parecchi anni fa ribadiva con forza l’esistenza
di una “originale via meridionale” allo sviluppo.
Come si sostanzia questa via allo sviluppo dell’area meridionale? Innanzitutto, credo che occorra considerare le risorse specifiche esistenti nel Mezzogiorno, valorizzandole anche con l’impiego di tecnologie industriali avanzate. Si tengano presenti, ad esempio, sia le risorse agro-alimentari e dell’industria del mare (dal turismo alla pesca) sia l’artigianato, che costituisce una ricchezza tuttora non ben sfruttata commercialmente, sia le imprese a dimensioni medie e familiari, più rispondenti al costume e alla creatività delle popolazioni del Sud.
Non deve mancare anche un occhio di riguardo allo stretto legame tra Sud Italia e futuro dell’intera area mediterranea, dove il Sud viene a trovarsi in posizione chiave. Come il Settentrione d’Italia ha allargato la sua zone d’influenza e di comunicazione verso l’Europa centrale, così
il Mezzogiorno d’Italia – crocevia geografico e storico degli interessi
e degli scambi economici e culturali tra Europa, Africa e Asia –
gode come risorsa di una posizione geografica unica.
In tal modo potrebbe aspirare con successo a diventare “il Nord del Sud”. Parlare di via originale allo sviluppo del Sud significa anche essere coscienti che la crescita civile del Meridione non può ridursi al solo sviluppo economico, per quanto ovviamente utile e necessario.
È necessario anche insistere sulla priorità di una formazione culturale e di un serio sforzo di preparazione professionale.
Lo smarrimento di certi valori ha prodotto la perdita del senso della socialità e della legalità. Una seria formazione morale e culturale contrasta l’atteggiamento di rassegnazione e di passività, quel senso di vittimismo che finisce poi per favorire la tendenza alla devianza.
Affermare che l’elemento culturale e formativo occupa un posto importante per la crescita civile della nostra terra significa, inoltre, riconoscere che
la nostra gente è fornita di straordinarie doti creative e intellettive,
come di notevoli risorse umane.
Ciò è dimostrato anche dai nostri concittadini emigranti (in Italia e all’estero) che si sono affermati ai livelli più alti quando hanno trovato strutture adeguate.
La valorizzazione di risorse finanziarie ed umane, insieme a qualche infrastruttura in più, la soluzione del problema della legalità, premessa indispensabile per lo sviluppo, l’esempio di chi scommette sull’idea di impresa, magari nella forma della cooperativa per competere meglio con il mercato, esprimono la speranza che, eliminate le varie fasi di assistenzialismo, di conflittualità tra le parti, di mediazioni politiche non trasparenti, si realizzi un’esperienza di crescita per tutto il Paese, nella convinzione che soprattutto sulle frontiere del lavoro si giocherà la permanenza dell’Italia in Europa.