SEGNALI POSITIVI di Giorgio Salvatori – Numero 5 – Luglio 2016
Per iniziativa di un gruppo di paesaggisti, ma anche di comuni cittadini, nella città lucana si sta procedendo alla mappatura degli spazi verdi “vuoti” e dei giardini degradati, pubblici e privati. Tutti possono partecipare e ognuno è invitato ad entrare nel circuito virtuoso, collaborando, in prima persona, al risanamento ambientale.
A giudicare dai primi segnali la risposta appare corale e prende vigore giorno dopo giorno. L’obiettivo è quello di dotare la città, che, come molti sanno, sarà Capitale europea della cultura nel 2019, di un fiorente patrimonio di orti biologici e di giardini cogestiti dall’amministrazione pubblica e da tutti i cittadini interessati al progetto. Un obbiettivo socialmente rilevante ed un valido esempio per altre città italiane, Capitale compresa, che si dibattono ogni giorno con problemi di degrado, di sporcizia, di rifiuti pericolosi (si pensi soltanto alle micidiali siringhe usate dai tossicodipendenti e poi abbandonate nei prati e nella aiuole). Del progetto “giardini condominiali a Matera” si è occupata anche la stampa nazionale e il tg2, in particolare, ha realizzato sull’argomento un servizio finalmente edificante per la piccola Basilicata e per l’intero Meridione, spesso condannato a fare solo da sfondo privilegiato per le desolanti imprese delle varie mafie.
Saliamo più a nord. Praiano, sulla costiera amalfitana. È un paese aggrappato sui fianchi della montagna a picco sul mare che “molti dovrebbero imitare” ha scritto sul Corriere della Sera, qualche giorno fa, Gian Antonio Stella. Antica caratteristica di Praiano: una serie di minuscole cappelle votive, in ceramica, dislocate lungo le strade del paese. Alcuni cittadini, però, lamentavano da tempo lo stato di incuria e di abbandono in cui versavano, da anni, le piccole cappelle. Schiacciata dalla vicina presenza di perle come Amalfi, Positano, Ravello – osserva ancora Stella – la comunità locale, poco più di duemila abitanti, ha deciso di passare dalle lamentazioni ai fatti. Come realizzare qualcosa di distintivo, di bello, di unico, ma nel segno della continuità e delle tradizioni locali? Detto e fatto. In poche settimane sono stati raccolti 20mila euro, è stata creata una onlus ad hoc, chiesto ed ottenuto un contributo di 250mila euro di fondi europei e messe in rete tutte le risorse, in modo trasparente e certificate da un notaio.