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NOBILI INTELLETTI PER GLI INTERESSI DEL SUD di Tommaso Russo – Numero 19 – Dicembre 2020 – Gennaio 2021

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NOBILI INTELLETTI PER GLI INTERESSI DEL SUD

  L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PER gLI INTERESSI DEL MEZZOGIORNO D’ITALIA: ANIMI  

 

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Le origini 

 

 

Nel dicembre 1908 un violento terremoto distrusse Messina e Reggio. Si costituirono subito Comitati di solidarietà in molte città d’Italia per far fronte ai danni. Il vicentino Giovanni Malvezzi (1887-1972), componente del board del Credito italiano, vicedirettore dell’IRI, arrestato per partecipazione alla Resistenza, fu uno dei primi manager-filantropi a concretizzare il suo impegno per il Mezzogiorno. All’indomani del sisma, con Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) prese a girare l’Aspromonte occidentale per un’inchiesta sui Comuni disastrati. Al termine del lavoro, mentre facevano rientro a casa, nella stazione di Pizzo i due si imbatterono in Padre Giovanni Semeria. Accusato di modernismo e perciò costretto da Pio X ad andare all’estero, il “prestigioso barnabita” li ascoltò attentamente: “Non esaurite la vostra azione con qualche bel racconto;” – disse – “bisogna agire, seriamente agire se volete ottenere qualcosa in questa disgraziata terra”. 

 

Quell’invito, innestandosi sull’entusiasmo di entrambi, avrebbe dato vita, di lì a poco, all’ “unica forza finora organizzata in Italia per il risveglio delle provincie meridionali”, come disse Giustino Fortunato. 

 

Avevano pensato a lui, o a Leopoldo Franchetti, o a Sidney Sonnino come a padri nobili per il loro progetto di “risveglio”. Dopo una prima riunione a Oria di Valsolda, nella villa di Antonio Fogazzaro, e dopo un secondo incontro a Oreno, nella villa del conte Fulco Tommaso Gallarati Scotti, Malvezzi, Zanotti Bianco, il nobile lombardo e altri partecipanti individuarono in Franchetti la persona adatta per quello scopo. Andarono a trovarlo a Firenze, a Villa Wolkonsky. Dopo un’appassionata discussione, accettò di essere il primo presidente effettivo dell’Associazione.

 

Il 9 marzo 1910, in Senato, presidente onorario Pasquale Villari, Franchetti 

e vice Luigi Bodio (il padre della statistica italiana), si costituiva l’ANIMI. 

 

Nel quinquennio 1910-1915 tra i primi finanziatori si ricordano alcuni ministeri (Interno, Pubblica Istruzione, Grazia e Giustizia, Tesoro) e tre istituti bancari (Bankitalia, Banco di Napoli, Cassa di Risparmio di Torino). Dal 1918 Bonaldo Stringher con l’industriale milanese Ettore Rusconi formerà la coppia di vicepresidenti.   

 

Dopo il 1918 si amplia il fronte dei finanziatori. Accanto a Banca Commerciale 

e Banco Italiano di Sconto si collocano numerose industrie, 

 

fra cui Ansaldo, Breda, Ilva, Ferriere Piemontesi, Pirelli. Nel secondo dopoguerra la platea si allarga ancor più: Banco di Santo Spirito, MPS, Credit e poi tante imprese, fra cui: Chatillon, IBM, Istituto Romano di Beni Stabili, Montecatini.  Il governatore Donato Menichella era il vice di Ivanoe Bonomi. 

 

La costruzione della fitta rete di finanziamenti, di rapporti sociali e istituzionali va attribuita senz’altro a Zanotti Bianco, che la tenne in vita anche in momenti difficili.  

 

In giro con l’ANIMI per il Mezzogiorno 

 

A favorire la realizzazione dei progetti ANIMI, di cui qui se ne offre una sintesi, fu l’idea che solo la divulgazione dei saperi e delle conoscenze applicate alla vita e al lavoro quotidiani potesse sollevare le sorti del Sud.     

 

In mezzo secolo (1910-1960) furono creati asili infantili, scuole diurne, serali 

e festive, biblioteche, ricreatori, cicli di conferenze dalla storia del Risorgimento 

alla necessità dell’igiene individuale e collettiva negli asili e nelle scuole. 

Vennero organizzati a Gerace e a Taranto corsi di formazione per maestri sui temi dell’igiene scolastica e domestica, su tracoma, malaria, Tbc, alcolismo. Nel 1912-1913 a Taranto venne aperta una scuola di disegno per gli operai dell’Arsenale. Visto il successo, se ne aprì a Reggio una di arte applicata all’industria. 

 

Nell’asilo infantile di Melicuccà furono selezionate “le prime maestre laiche con patente per scuole materne” e conoscenza del metodo Montessori. Altri asili, nel 1920, vennero aperti in Calabria, Campania e Puglia. Nel primo anno di vita si aprirono biblioteche a Bernalda, Castrovillari, Lauria, Metaponto, Palmi, Reggio, Roccella, Taranto e Villa San Giovanni.    

 

Furono costituite cooperative di pescatori, istituite “cattedre ambulanti 

per la previdenza e la mutualità”, istituti diagnostici “per le malattie 

del sangue, del petto, dello stomaco, nervose”. 

 

Il terremoto del 1914 nella Sicilia occidentale e quello del 1915 nella Marsica videro l’ANIMI impegnata con tutti i suoi mezzi e risorse.Alla fine del conflitto si costruirono in Calabria laboratori di tessitura e scuole di taglio e cucito per ragazze. 

 

Durante il fascismo la realizzazione dei progetti si fece complicata a causa dell’autonomia che l’ANIMI volle sempre conservare. Tuttavia continuò, per esempio, l’apertura di biblioteche dell’Associazione che via via si fusero con le popolari, dando vita “a biblioteche di cultura con comuni sale di studio”.  

 

Con la Collezione di studi meridionali passata da Vallecchi a Lacaita, con la pubblicazione annuale dell’Archivio storico per la Calabria e Lucania, con la Società Magna Grecia e col suo periodico Atti e Memorie della Magna Grecia, con la Biblioteca Giustino Fortunato, la più specializzata sui temi del meridionalismo con i suoi quarantamila volumi,

 

l’ANIMI oggi può essere considerata un prestigioso centro 

di ricerche e studi sul Mezzogiorno. 

Nota finale 

 

Mette conto sottolineare che l’ANIMI nasce negli anni centrali dell’età liberale, del riformismo giolittiano e si avvale del clima di entusiasmo e ottimismo che pervadeva quel decennio.  

  

Chi furono i protagonisti di quell’avventura e quali 

le ragioni che la resero importante?

 

Agli incontri nelle ville parteciparono esponenti di quel cattolicesimo tormentato ma aperto al nuovo (Fogazzaro), desideroso di misurarsi dal di dentro con l’eresia del Novecento: il modernismo. Infatti Antonio Aiace Alfieri (primo direttore in Calabria seguito da Alessandro Marcucci), Alessandro Casati e Gallarati-Scotti nel 1907 fondarono la rivista Rinnovamento che di quella corrente cattolica per breve tempo fu autorevole espressione. 

 

Quel milieu culturale inoltre era segnato dalla presenza, in parte, di un capitalismo finanziario moderno e razionale; dal costume filantropico di settori della borghesia e della nobiltà lombarde attente nel suscitare e guidare processi di cambiamento; dalle coordinate teoriche del miglior liberalismo del primo Novecento.

 

Infine, la ragione principale per i risultati ottenuti in un ambiente difficile 

è da ricercarsi nella forte carica di eticità presente nell’azione 

di ogni singolo componente di quel gruppo. 

Senza enfasi, si può affermare che quel manipolo di uomini dette vita ad una stagione del meridionalismo mai più veduta in Italia.  

 

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Piccola bibliografia 

 

Alatri Giovanna, Una vita per educare tra arte e socialità: Alessandro Marcucci (1876-1968), Milano, Unicopli, 2006. 

 

L’ANIMI nei suoi primi cinquant’anni di vita, Collezione di studi meridionali, Roma, 1960. 

 

Calbi Mimmo, Un violento companatico. Umberto Zanotti Bianco e la Basilicata, Bari, Palomar, 1992. 

 

La divina droga. Chinino e lotta alla malaria in Italia all’alba del Novecento, Milano, La Vita Felice, 2015. 

 

Galante Garrone Alessandro, Zanotti-Bianco e Salvemini. Carteggio, Napoli, Guida, 1983. 

 

Per una storia dell’ANIMI (1910-2000). I Presidenti, Manduria, Pietro Lacaita, 2000. 

 

Russo Tommaso, Istruzione e sociabilità in Basilicata 1900-1921, Milano, Franco Angeli, 2004. 

 

Semeria Giovanni, Lettere pellegrine, Venosa, Osanna,1991. 

 

Zanotti-Bianco Umberto, La Basilicata. Storia di una regione del Mezzogiorno dal 1861 ai primi decenni del 1900, Venosa, Osanna,1989.