GARGANO POTENZIALITA’ E PROPOSITI di Luigi Ianzano – Numero 25 – luglio agosto 2022 – Ed. Maurizio Conte

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GARGANO POTENZIALITA’ E PROPOSITI

 

Il Gargano, come altre province meridionali, è territorio culturalmente fertile.Per sua natura, condivide con esse anche una certa fatica nel crederci, nel prendere coscienza delle proprie potenzialità, della propria identità caratterizzante. Stenta, perciò, al decollo.  

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Un esame attento della realtà lascia trapelare, in sostanza, accanto ad aspetti positivi e promettenti, solitudini operative, sclerotizzazione di spazi culturali, logiche municipalistiche, che convivono con considerazioni spesso anacronistiche, visioni banalizzanti, immagini da cartolina, narrazioni fosche, presagi di abbandono o morte certa di un territorio che, però, può offrire più di quanto si possa immaginare.

 

Eppure fino a un passato non troppo remoto, le eccellenze umane hanno prodotto non pochi lavori di conoscenza e di divulgazione di un patrimonio paesaggistico, botanico, archeologico e naturalistico di ragguardevole rilevanza. 

Fin dagli albori delle scienze naturali l’interesse per questo prezioso sperone d’Italia 

è stato premiato da scoperte notevoli.


Nomi noti e meno noti, come Andrea Mattioli, Luigi Anguillara, lo stesso, famosissimo Linneo, hanno contribuito a far conoscere rarità, endemismi, gemme presenti solo o soprattutto sul Gargano.   

 

Tutta questa fioritura di interesse e di conoscenze è proseguita nell’ottocento e durata fino alla prima metà del novecento con studiosi, naturalisti e ricercatori nati e vissuti in loco, come Michelangelo Manicone e Giuseppe del Viscio, quest’ultimo il primo a far conoscere la presenza sul Monte Pucci di una necropoli paleocristiana dall’architettura originale e sofisticata e ricca di sepolture che solo con le odierne campagne di scavi oggi stanno rivelando tesori antropologici e paleontologici di enorme interesse storico e culturale. Sono la testimonianza di una insospettata vita comunitaria ricchissima nell’area sviluppatasi soprattutto dopo la caduta dell’Impero Romano. 

Dopo la seconda guerra mondiale la stasi, con rare eccezioni, come i saggi di Michele Vocino, e gli studi di Filippo Fiorentino, docente e umanista, che alla divulgazione dei tesori paesaggistici e culturali del Gargano dedicò gran parte della sua vita, non soltanto professionale, avversando la riduzione a pubblicità da depliant della storia e della prorompente bellezza paesaggistica della Montagna del Sole.

Tante e più che mai impellenti, oggi, le poste in gioco: dalla biodiversità 

agli ecosistemi, dallo sviluppo sostenibile ai modelli innovativi di impresa e consumo, dai sistemi di comunicazione ai modelli educativi, dal turismo sostenibile alla qualità della vita, dall’economia circolare al cambiamento climatico, all’alimentazione, 

allo spreco, alla tutela dei beni storici, artistici, religiosi, archeologici, 

alla conservazione del patrimonio linguistico.


Una complessità che può essere efficacemente e realisticamente fronteggiata solo con una convinta e partecipata opera di integrazione dei saperi, attraverso le lenti della ricerca scientifica e della riflessione umanistica, con spirito di apertura, arricchimento, accettazione delle diversità, approccio integrato agli studi. 

Per questa via si può tracciare un percorso comune ai vari approcci 

della conoscenza e perseguire una conoscenza olistica, 

dove il capitale umano assurga a ricchezza da preservare 

e le eccellenze del territorio divengano forze attive,


capaci di coniugare i valori fondanti dell’umanesimo con le nuove visioni e le sfide del mondo contemporaneo.   

 

In questo frangente, una proposta di ritrovo e confronto tra professionisti dei vari campi del sapere (scientifico, tecnico, umanistico, giuridico, economico e sociale) fa ben sperare, con interessanti e promettenti percorsi di condivisione, studio e ricerca finalizzati alla conservazione e allo sviluppo delle conoscenze caratterizzanti (culturali, sociali, storiche e scientifiche). 

Un progetto tanto necessario quanto ambizioso lanciato lo scorso giugno 

nella baia Calenella, nota località del comune di Vico del Gargano, 

dove sono confluite numerose personalità di ogni ramo 

del sapere scientifico ed umanistico.


Si è sottoscritta una carta di intenti e dato allo stesso sodalizio il nome di ‘Carta di Calenella’. L’obiettivo, certo ambizioso, è ben fondato: non disperdere le intelligenze che possono cogliere i fermenti di cui la provincia meridionale ha bisogno, attraverso un’offerta culturale (convegni, seminari, pubblicazioni, premi, borse di studio) nella quale ognuno possa farsi protagonista in rapporto alle personali professionalità ed esperienze, con i giusti propositi di dialogo con le istituzioni e la saggia apertura alle giovani voci emergenti dal territorio.   

 

Un fronte comune che promette bene, a considerare le primissime occasioni di incontro e condivisione. Un’impresa edificante che sa di efficace rilancio, che lascia aperte le porte di un favorevole riscatto.

 

 

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