La pellicola, diretta dal regista Michael Radford e interpretata da Massimo Troisi, racconta dell’amicizia tra un postino di nome Mario Ruoppolo e il poeta Pablo Neruda; il viso dell’attore napoletano, malinconico giullare, è scavato dalla malattia, e gli occhi scuri resi ancora più espressivi dalla consapevolezza di una vita che sfugge tra le mani, proprio come la sabbia che il vento spazza via dalle spiagge di Salina. È il mare a fare da sfondo con le sue sfumature, tacito testimone della transitorietà della vita umana.
La semplice bellezza dei paesaggi marinari del Sud incornicia la storia
del poeta Cileno che nell’isola venne esiliato nel 1948
con la consorte Matilde, e che per caso iniziò un postino, quasi analfabeta, alla bellezza della poesia e della lettura. «Mi sono innamorato di Beatrice» confessa Troisi al poeta che risponde a suon di Dante: «Le beatrici suscitano amori sconfinati, Mario. Che farai adesso?» chiede all’uomo intento a scarabocchiare qualcosa su un foglio; quando Neruda si rende conto che Mario non è capace di scrivere il nome dell’Alighieri lo aiuta. «Sono proprio innamorato» rincara il postino.
«Ed io cosa ci posso fare» il poeta lo scruta perplesso.
«Se mi potete aiutare. La guardavo e non mi usciva neanche una parola. La guardavo e mi innamoravo.» Continua il dialogo tra i due amici, poi Mario prende coraggio: «Don Pablo, me la potete scrivere una poesia per Beatrice?»
Il film scorre tra le battute e gli scambi di vita, tra amore e amicizia, tra vita quotidiana e politica, fin quando Mario sempre più innamorato rincara la dose:
«Caro poeta e compagno lei mi ha messo in questo guaio e lei mi deve aiutare, perché mi ha regalato i libri, insegnato a usare la lingua non soltanto per mettere i francobolli. È colpa sua se mi sono innamorato.»
«Ti ho regalato i miei libri, sì. Ma non ti ho autorizzato a usarli per il plagio. Se penso che hai regalato a Beatrice la poesia che avevo scritto per Matilde…»
ribatte Neruda.
«La poesia non è di chi la scrive è di chi gli serve» si difende Mario,
facendo intenerire il poeta.
E ancora oggi, rimanendo in silenzio, con i piedi ricoperti dai sassolini della spiaggia di Procida e l’orecchio teso tra il mare e i ricordi, è possibile udire la voce sommessa di Troisi che recita:
Nuda sei semplice come una delle tue mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linee di luna, strade di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo.
Nuda sei azzurra come la notte a Cuba,
hai rampicanti e stelle nei tuoi capelli,
nuda sei enorme e gialla
come l’estate in una chiesa d’oro.
Nuda sei piccola come una delle tue unghie,
curva, sottile, rosea finché nasce il giorno
e t’addentri nel sotterraneo del mondo.
come in una lunga galleria di vestiti e di lavori:
la tua chiarezza si spegne, si veste, si sfoglia
e di nuovo torna a essere una mano nuda.
Poesia nella poesia, le scene si intrecciano con la location del villaggio dei pescatori
a Marina di Corricella il borgo caratteristico dall’architettura seicentesca
dove le mura colorate sono sovrastate da archi,
e con la spiaggia di Pozzo Vecchio ribattezzata “la spiaggia del postino” in cui Mario incontra Beatrice per la prima volta; l’ufficio postale e la chiesa della Madonna delle Grazie finiscono per incorniciare l’intensità espressiva dei dialoghi e delle scene. Famose quelle in cui Mario pedala tra i monti costeggiando il golfo di Napoli; una delle banchine è stata appunto ribattezzata “Passeggiata Massimo Troisi” e vicino è conservata la bicicletta usata dall’attore durante le riprese del film.
Sono tanti i lungometraggi girati sulle spiagge di Procida, set di “Il talento di Mr Ripley” interpretato da Matt Damon, e di “Francesco e Nunziata” con Sophia Loren e Giancarlo Giannini.
Nella parte più alta dell’isola si trova la Terra Murata, piccolo borgo sorto in posizione difensiva, mentre in quella più antica edifici storici e religiosi si affacciano sul mare:
ail Convento di Santa Margherita Nuova, l’Abbazia di San Michele Arcangelo patrono dell’isola e il Castello d’Avalos in cui è stato girato “il Detenuto” con Alberto Sordi. Tra Punta Serra e Punta del Cottimo la spiaggia di Pozzo Vecchio è ora nota come la “Spiaggia del Postino” in omaggio al testamento artistico di un attore che ha saputo mettere in risalto gli aspetti poetici e belli del Sud, e che tra quelle spiagge e le nostre memorie rimarrà impresso per sempre, come il vento che tocca le Eolie e incide le rocce.