SICILIA GRAND TOUR DI FABRICE MOIREAU
“È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta li possiederà tutta la vita”.
Così scriveva Goethe in una delle sue famose lettere durante il suo primo viaggio in Italia nel 1787.
E Goethe fu solo il più noto dei giovani aristocratici che a cavallo
tra Settecento e Ottocento si recarono in un lungo viaggio in Italia
con lo scopo di perfezionare il loro sapere
e ammirare l’arte e la natura locali.
Tappa fondamentale era la Sicilia, con i vulcani, i monumenti greci e barocchi dell’isola, considerata nel 1827 dall’architetto e scrittore Friedrich Maximilian Hessemer come un “puntino sulla i dell’Italia, […] il resto d’Italia mi par soltanto un gambo posto a sorregger un simil fiore”.
nel mirino delle pennellate di Moireau ci sono “edifici, chiese, strade, angoli noti
e meno noti di un’isola che è un vero caleidoscopio di culture ed architetture:
punica, romana, araba, bizantina, normanna, barocca, art noveau, la Sicilia fu meta e crocevia di popoli e tradizioni millenarie destinati a lasciare il segno nella Storia dell’intera area mediterranea. Questo percorso espositivo è una vera poesia, un inno all’isola che indusse Federico II di Svevia ad affermare che era a tal punto felice di vivere in Sicilia da non invidiare a Dio il Paradiso”.
ma ancora ha voluto presentarci il volto dei piccoli e romantici borghi rurali,
la campagna con i suoi colori e i frutti del lavoro, e infine il mare
in tutte le sue sfaccettature, dalla candide spiagge, alle onde
che si infrangono sugli scogli, ai porti tranquilli,
ai litorali famosi per la loro bellezza come
Scopello, San Vito lo Capo, Taormina.
Moireau, cittadino del mondo, ma ormai stanziale nella capitale spirituale dell’arte, Firenze, ha percorso il suo personale Grand Tour in Sicilia per ritrarre dal vivo e sul luogo tutte le vedute della mostra, accompagnato dal suo inseparabile zaino colmo degli attrezzi da lavoro: tavolozza, pennelli, colori, fogli bianchi e il portatile sgabello pieghevole.
“Da trent’anni vado in giro per il mondo e disegno quello che vedo –
dice l’artista Moireau – La Sicilia è unica. È un piccolo continente,
con mare, montagna, paesaggi, arte e storia.
E poi i siciliani così speciali. Cosa mi è rimasto più impresso? Difficile dirlo, ma certamente il Tempio di Segesta mi ha emozionato. Come una farfalla rimasta poggiata lì da secoli”. “Sicilia, il Grand Tour” è anche un libro edito dalla Fondazione Tommaso Dragotto, con i circa 400 acquerelli di Moireau, arricchiti dal racconto del magistrato scrittore Lorenzo Matassa.