turistiche, il primo collegamento sarà ovviamente al brand Matera 2019 che contiene una ricca offerta culturale – effettiva e potenziale – innervata di tradizione e innovazione; verranno indicate, poi, la costa ionica, dove tra la sabbia bianca e le Tavole Palatine hanno trovato posto imponenti villaggi turistici, e le rocce a picco sul mare della sofisticata perla tirrenica. Infine, vi saranno sporadiche citazioni dell’area del Vulture Melfese, con i suoi castelli federiciani e il corposo Aglianico, del brivido del volo angelico nelle Dolomiti Lucane e de “l’infinita distesa delle argille aride” osservata da Carlo Levi. Eppure, vi è un’ampia area interna, rigogliosa di natura e cultura, che è ancora poco conosciuta e che rappresenta una sfida fondamentale per i policy maker e per gli operatori economici che desiderano concretizzare attenzione, interesse e flussi crescenti verso la terra lucana.
i 12 siti di importanza comunitaria (SIC), 2 zone di protezione speciale (ZPS), 3 riserve regionali, 3 fiumi e 5 laghi di cui 2 naturali; in sintesi: una straordinaria varietà di ecosistemi e paesaggi, caratterizzati da notevoli risorse faunistiche e floristiche1.
Insieme al Parco Nazionale del Pollino e ai due parchi regionali di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e della Murgia Materana, le aree protette della Basilicata racchiudono il 25% del territorio regionale, rappresentando quella “Basilicata Verde” da sempre identificata come asse portante dello sviluppo sostenibile della regione, ad oggi potenzialità solo in parte espressa.
Il Parco dell’Appennino Lucano si estende nell’area sud-ovest della regione e abbraccia quattro ambiti territoriali: l’Alta Val D’Agri, la Val Camastra, l’alta Val Melandro e il Lagonegrese. In numeri
1Per approfondire l’aspetto faunistico e floristico dell’area protetta, si veda la pubblicazione realizzata dall’Ente Parco, disponibile al link: http://www.parcoappenninolucano.it/apl/portal?c=35
2Nel 2013 La Fondazione Eni Enrico Mattei ha realizzato il progetto “Green Road Basilicata”: una serie di itinerari tematici per scoprire la cultura e la natura dell’area protetta seguendo il percorso della 598 Fondo Valle d’Agri.
3Per approfondire lo stato attuale e le potenzialità turistiche del Parco si veda la sintesi del rapporto realizzato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei in collaborazione con il Ciset, Centro Internazionale di studi sull’economia turistica, pubblicato negli atti del XXXIV convegno Aisre, Palermo 2013: http://www.grupposervizioambiente.it/aisre_sito/doc/papers/De%20Filippo.pdf
4Per un’analisi delle potenzialità di un’offerta integrata si rimanda alla ricerca realizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei presentata alla VII Riunione Scientifica della Sistur, Università di Foggia 2015, i cui atti sono di prossima pubblicazione.
TERRA LUCANA
Se si pensa alla Basilicata e alle sue risorse
Una parte consistente dell’area interna lucana, che Rocco Papaleo ha in parte rappresentato con quel suggestivo percorso (Basilicata) coast to coast, è costituito dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese.
Un modo suggestivo per godere di questo paesaggio che muta, delle sue peculiarità e dei suoi colori, è quello di percorrere la 598 Fondo Valle d’Agri, che collega la costa ionica con l’autostrada A3, e attraversa buona parte dell’area protetta2. Partendo proprio dalla costa verso la parte interna della regione, si abbandonano le bianche dune e lo struggente paesaggio dei calanchi per varcare i confini del Parco. A segnalare l’ingresso nell’area protetta è lo scenario mozzafiato della Murgia di Sant’Oronzo: alti pinnacoli conglomeratici e pareti a strapiombo che sono bastioni naturali, simili a montanti di un antico cancello. Per alcuni kilometri si costeggia la Diga del Pertusillo, un lago artificiale realizzato negli anni ’60 che, pur avendo in parte stravolto il paesaggio della valle, l’ha arricchito di un nuovo e importantissimo habitat dove trovano rifugio numerose specie tra cui la lontra europea. Attraversando le alte vette della Val d’agri, come il Monte Raparo e il Monte di Viggiano, si può osservare come il fiume Agri abbia modellato un’ampia vallata, aspra e montuosa. Il Monte di Viggiano e, più a sud quello del Sirino, d’inverno diventano location di sciate e di ciaspolate notturne, mentre d’estate sono attraversati dai turisti amanti del trekking. L’ambiente montuoso è poi caratterizzato da importanti faggete come quelle di Arioso e Monte Ruggio, l’abete bianco dell’Abetina di Laurenzana e le numerose specie di orchidee che si trovano nella zona di Moliterno.
La geografia dei luoghi, assecondando le correnti della storia, ha consegnato al Parco dell’Appennino Lucano un patrimonio prezioso e quanto mai vario: dai borghi ai monasteri eremitici e comunitari, dai castelli e le roccaforti ai palazzi nobiliari di epoca moderna.
Vanta un territorio caratterizzato da importanti peculiarità archeologiche la Val d’Agri, di cui la più significativa è l’Area Archeologica di Grumentum, così come interessanti sono il sito archeologico di Torre di Satriano, che ha restituito tracce di frequentazione antropica del II millennio a.C. il Santuario di Serra Lustrante ad Armento.
Non possono mancare prodotti tipici di prima qualità. All’interno del parco sono presenti due prodotti a marchio IGP: il formaggio “Canestrato di Moliterno Stagionato”, cui è dedicata una sagra nel mese di agosto, e il fagiolo di Sarconi, coltivato in oltre 20 ecotipi locali. A marchio DOC è, poi, il vino Terre dell’alta Val d’Agri, prodotto nei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno.
Va, infine, ricordata la risorsa petrolifera contenuta nell’area della Val d’Agri, che rappresenta il più grande giacimento on-shore d’Europa. L’intensa attività estrattiva – che corrisponde a circa il 7% del fabbisogno nazionale – se da una parte incide sul territorio e sull’ambiente, dall’altra viene limitata e contenuta proprio dall’azione di conservazione del Parco.
L’Ente Parco, infatti, nasce nel 2007 dopo anni di riflessioni e dibattiti ed è il più giovane d’Italia. Parallelamente all’attività di conservazione, ha attivato soprattutto negli ultimi anni una serie di iniziative di promozione e valorizzazione delle proprie risorse3.
Un importante successo è stato l’ottenimento nel 2013 della Carta Europea del Turismo Sostenibile, che ha permesso al Parco di entrare nel network delle aree protette europee e di attivare azioni per lo sviluppo sostenibile del territorio. Recentemente, vi sono stati gli eventi “Fuori Expo” organizzati a Milano in concomitanza con l’Esposizione Universale; il più importante, dal titolo “Appennino nel Mondo”, ha messo insieme Il Parco dell’Appennino Lucano e il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano per una riflessione sulle potenzialità del turismo di ritorno per le aree protette. Altra iniziativa importante è il progetto “NaturArte”, che consiste in una serie di iniziative di musica, trekking naturalistico, tradizioni popolari e degustazioni enogastronomiche realizzate nelle quattro aree protette lucane e finalizzate non solo a incrementare l’offerta turistica, ma anche ad avvicinare i parchi tra loro. Ciò dimostra la consapevolezza di quanto sia fondamentale la costruzione di un’offerta integrata4 di tutte le risorse naturalistiche e culturali dei parchi come unica strategia vincente per promuovere una Basilicata che non è solo Matera e le coste.