La sardegna e l’unesco
È la regione italiana che detiene, su scala nazionale, di gran lunga la percentuale maggiore di aree archeologiche, ossia il 17%, contro – incredibilmente – l’8,2% di quelle, ad esempio, del Lazio; ed è un valore sottostimato, perché si riferisce solo ai siti musealizzati. Per la precisione, oltre alle suddette aree archeologiche, nell’isola vi sono il 3,5% dei parchi archeologici ed il 2,7% dei manufatti archeologici nazionali.
Numeri alla mano, dei 342 siti (tra aree, parchi e singoli monumenti) archeologici italiani, 61 si trovano in Sardegna. Senza contare le 30 strutture museali dedicate all’archeologia presenti nella regione. La fonte è l’ISTAT, dati riferiti al 2017 del report del 2019 “I Musei, le aree archeologiche e i monumenti in Italia”.
Un valore sottostimato, dicevamo, perché i siti archeologici censiti nel Piano Paesaggistico regionale della Sardegna sono più di 10.000 e molti, addirittura, non vi sono stati ancora inseriti.
Praticamente
non c’è neppure uno dei 377 comuni isolani che non annoveri delle vestigia archeologiche nel suo territorio. Si tratta di resti prenuragici, nuragici, fenici, punici, romani; un tesoro inestimabile e tuttora parzialmente inesplorato.
Di recente, nel 2020, è stata costituita l’Associazione “La Sardegna verso l’UNESCO”, per promuovere la candidatura di 32 dei principali siti nuragici, bene identitario sardo per antonomasia, alla lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Una goccia nel mare, ma una goccia importante.
Ad oggi in Sardegna vi è un solo complesso nuragico, tra gli ottomila esistenti, ricompreso tra i monumenti
Patrimonio dell’Umanità: il sito di Su Nuraxi a Barumini. Lo scopo prefissosi dall’Associazione è quindi quello di
far includere il patrimonio nuragico nella World Heritage List, affinché ne «sia riconosciuto, tutelato e protetto l’inestimabile valore universale».
Augurandoci che questo possa servire anche a preservare nel presente – e per sempre nel futuro – l‘incontaminato contesto paesaggistico nel quale si trova questo patrimonio, di recente minacciato dall’indiscriminata installazione di foreste di pale eoliche e tappeti di campi fotovoltaici.
L’iter è lungo, ma se la candidatura verrà – com’è auspicabile – accolta, una pagina importante della civiltà umana sarà portata all’attenzione mondiale. Quella di un’isola ancora da scoprire: una Sardegna che è un museo a cielo aperto.
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L’Italia, si sa, possiede un patrimonio archeologico straordinario. Quello che non si sa, o non si dice, è che la Sardegna di questo patrimonio ne possiede circa un quinto.
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Foto di Gloria Salazar