L’OPERA DI KEZIAT
perorando artisticamente la strenua necessità di uno sforzo vano e di uno spazio asimmetrico, vale a dire cosciente, che in sé non può contenere ciò che cosciente non è. Tavole come I sogni fanno volare e fanno rumore (opera composta da venti tele del 2014; fig. 1) o Nuotando nella memoria (dell’anno successivo e appartenente, come la precedente, alla serie denominata Hybrids e al corrispondente nuovo progetto espositivo, partito proprio quest’anno; fig. 2), ma già Attraverso il monitor (del 2012; fig. 3) e molte altre realizzate precedentemente, sono il risultato della relazione che Keziat è riuscita a stabilire tra quell’immensa base simmetrica, che poi è la vera realtà psichica, e la nostra capacità di conoscenza, espressione del modo di essere asimmetrico.
Per ciascuno di noi è impossibile incontrare tanto l’essere simmetrico quanto quello asimmetrico; incontriamo, però, il pensiero simmetrico e il pensiero asimmetrico, manifestazioni indirette di quello spazio dell’essere che possiamo soltanto dedurre o inferire.